Fabio Baldini
Fabio Baldini raccontaci qualcosa di te...
Ciao, sono nato a Torino il primo maggio del 1971, sono un perito informatico, studente lavoratore, con un ultimo esame alla Laurea in Informatica che mi sto trascinando dietro da un (bel) po’... Dall’anno 2000 lavoro come programmatore nell’ufficio IT di Banca Intermobiliare. Precedentemente ho lavorato come consulente informatico programmatore in varie realtà dell’interland torinese. Dall’anno 2000 sono sposato con Simona, psicologa ed esperta in sessuologia, e dal 2007 sono papà di Giada e Aurora, le mie gemelle.
Perché hai deciso di dedicarti al sindacato?
Ho deciso di dedicarmi al sindacato per due motivi. Il primo è per capire, per vivere il più possibile da protagonista i grandi cambiamenti che BIM sta affrontando. Il secondo motivo, invece, è un po’ più personale. Avevo voglia di curare un aspetto che per me è da sempre importantissimo: l’interazione con il prossimo. Il sindacato mi dà la possibilità di mettermi in gioco e a disposizione degli altri.
Perché proprio per la FABI?
Da quando lavoro in BIM sono sempre stato iscritto alla FABI. Mi piacciono le persone che ci lavorano, mi piacciono i servizi che FABI dà ai suoi soci, ma principalmente di FABI mi piace il concetto su cui si è basata fin dalla sua nascita: “organizzazione autonoma aconfessionale e apartitica”.
Hai incontrato difficoltà iniziando questa nuova esperienza?
Ho iniziato quest’esperienza in un momento molto delicato per nostra banca. Le più grandi difficoltà le ho incontrate a causa della mancanza di risposte. Non c’è nulla di più brutto di dover rispondere ai colleghi preoccupati: “non si sa ancora nulla...”. Dedicarsi al sindacato è impegnativo: ricordiamoci che oltre ad essere rappresentanti sindacali siamo anche, ma direi soprattutto, dei lavoratori! Alcuni colleghi, purtroppo, questo aspetto lo dimenticano..., ma io ci tengo a dare il buon esempio per sfatare quel mito che associa al “sindacalista” la parola “lazzarone”.
Rifaresti questa scelta?
Assolutamente sì e mi pento di non averlo fatto prima. I colleghi mi hanno dato e continuano a darmi fiducia. Anzi, approfitto per chiedere a tutti, di segnalarmi eventuali malcontenti, suggerimenti e consigli relativi al servizio che sto svolgendo, giusto per “aggiustare eventualmente il tiro”...
Il Gruppo BIM sta affrontando dei cambiamenti, come li vivono i colleghi?
La maggior parte di loro direi male: ansie e preoccupazioni, sono all’ordine del giorno. La recente cessione di un ramo di azienda da parte di Symphonia SGR non ha fatto altro che acuire queste preoccupazioni. I colleghi hanno bisogno di chiarezza, trasparenza, hanno bisogno di sapere dove “si andrà a parare”. E’ l’incertezza che li spaventa di più. Ma vorrei assicurarli che la FABI ha la forte volontà di essere protagonista in modo costruttivo di questi cambiamenti. Non lasceremo nulla di intentato. Ma attenzione, ho detto lasceremo: è necessaria la partecipazione di tutti!
Per quale motivo consiglieresti ai colleghi di iscriversi alla FABI?
Perché in passato ho visto il sindacato all’opera per risolvere questioni anche molto delicate. E l’ho visto funzionare... Lo consiglio perché sono convinto che, se e quando ci troveremo di fronte alle difficoltà, il sindacato sarà lì a dare supporto a tutti.
Visto che non ne vuoi parlare tu te lo chiediamo noi: perché molti ti chiamano il “camminatore”?
Molto semplice: da sempre nutro passione per il cammino. Sapete cosa mi affascina del cammino? La sua complessità. Se osserviamo un bambino che sta imparando a camminare ci possiamo rendere conto di quanto sia difficile imparare: sincronizzare i movimenti, concentrarsi sull’equilibrio... non è affatto banale. Però, bene o male, i bambini imparano, e gli adulti disimparano! Non è una cavolata. Scendete in strada e guardatevi intorno. Osservate la gente che cammina: applicano tutti la corretta meccanica del cammino? Insomma, in parole povere, camminano bene? Il lettore potrebbe a questo punto dire: “Camminare bene? Ma chi se ne frega!”... però lo stesso lettore magari stasera sarà adagiato sul divano a causa delle tensioni muscolari o dei dolori nella zona delle spalle e della nuca dovuti anche ad un’errata postura nel cammino. Senza parlare poi dei benefici che il cammino ha sulla salute in generale.
Come è cominciata questa tua passione?
Ho iniziato a camminare per necessità: anni fa mi sono fatto male correndo e per non stare completamente fermo ho iniziato a fare delle lunghe passeggiate a passo sostenuto. Ho notato fin da subito che tale attività era molto meno stressante a livello delle articolazioni rispetto alla corsa e con l’aiuto di un cardiofrequenzimetro ho notato che grazie a quest’attività potevo mantenere comunque la mia frequenza cardiaca nel range utile per sostenere un allenamento aerobico! A questo punto mi sono chiesto: “chissà se riesco a fare della camminata veloce uno sport” e da li ho iniziato ad informarmi su internet. Mi si è aperto un mondo: parole come Nordic Walking, Power Walking, Fitwalking, che ignoravo prima di allora, hanno iniziato a fare parte della mia vita. Il cammino per me è diventato uno sport: dapprima con il Nordic Walking per poi passare al Fitwalking.
Cosa è il Nordic Walking?
Il Nordic Walking consiste nel camminare con dei bastoni appositamente sviluppati per questo sport. La tecnica del Nordic Walking si basa su: tecnica corretta del camminare; postura e allineamento del corpo corretti, stabilità centrale (core stability), utilizzo attivo dei muscoli del dorso e dell'addome; tecnica corretta dell'utilizzo dei bastoni specifici. Ciò significa che il Nordic Walking non è un nuovo modo di muoversi, ma consiste nell'inserire l'utilizzo dei bastoni speciali nella camminata corretta, senza modificare il modo naturale, fluido e armonioso di muoversi.
Cosa è invece il Fitwalking?
Nasce da un’idea degli ex campioni olimpionici di marcia Maurizio e Giorgio Damilano. E’ una forma di praticare il cammino che ne evidenzia tutte le potenzialità e va oltre il semplice camminare. Il termine inglese significa letteralmente “camminare fisica”; è il denominatore comune per tutte le attività di cammino che escono dalla normale locomozione quotidiana e diventano attività sportiva, per il tempo libero, per il divertimento, per il fitness, per la salute, per il benessere. “L’arte del fitwalking” sta proprio nella scoperta che non è sufficiente camminare per fare al meglio la passeggiata, il trekking, lo sport, il tour culturale e turistico o l’attività salutistica, ma è necessario camminare bene, ossia camminare osservando una corretta meccanica del movimento.
Vuoi dire qualcosa a chi vorrebbe conoscere di più di questi sport?
Gli amanti del cammino veloce stanno crescendo numericamente in numero esponenziale. E’ facile trovarli alle competizioni non competitive ed è simpatico vedere camminatori con andature tra i 9 e i 10 Km/h che danno filo da torcere ai runners. Di entrambe le discipline sopra descritte sono diventato istruttore e mi piace trasmettere questa mia passione per il cammino. Qualora qualche collega fosse interessato ad avvicinarsi a queste attività può contattarmi personalmente all’indirizzo [email protected]: sarò ben lieto di fornirgli ogni possibile informazione.
Ringraziandoti cos'altro vorresti aggiungere?
Prima di tutto un doveroso grazie a Giuseppe Algeri, Coordinatore della FABI del Gruppo Veneto Banca, e a Cosimo Torraco, della FABI di Torino, che mi hanno sempre sostenuto ed aiutato. Per concludere un importante appello ai colleghi: restiamo uniti, iscrivetevi al sindacato, per il bene di tutti quanti, per essere più forti e più tutelati.
da Parola alla Fabi - Agosto 2012
Ciao, sono nato a Torino il primo maggio del 1971, sono un perito informatico, studente lavoratore, con un ultimo esame alla Laurea in Informatica che mi sto trascinando dietro da un (bel) po’... Dall’anno 2000 lavoro come programmatore nell’ufficio IT di Banca Intermobiliare. Precedentemente ho lavorato come consulente informatico programmatore in varie realtà dell’interland torinese. Dall’anno 2000 sono sposato con Simona, psicologa ed esperta in sessuologia, e dal 2007 sono papà di Giada e Aurora, le mie gemelle.
Perché hai deciso di dedicarti al sindacato?
Ho deciso di dedicarmi al sindacato per due motivi. Il primo è per capire, per vivere il più possibile da protagonista i grandi cambiamenti che BIM sta affrontando. Il secondo motivo, invece, è un po’ più personale. Avevo voglia di curare un aspetto che per me è da sempre importantissimo: l’interazione con il prossimo. Il sindacato mi dà la possibilità di mettermi in gioco e a disposizione degli altri.
Perché proprio per la FABI?
Da quando lavoro in BIM sono sempre stato iscritto alla FABI. Mi piacciono le persone che ci lavorano, mi piacciono i servizi che FABI dà ai suoi soci, ma principalmente di FABI mi piace il concetto su cui si è basata fin dalla sua nascita: “organizzazione autonoma aconfessionale e apartitica”.
Hai incontrato difficoltà iniziando questa nuova esperienza?
Ho iniziato quest’esperienza in un momento molto delicato per nostra banca. Le più grandi difficoltà le ho incontrate a causa della mancanza di risposte. Non c’è nulla di più brutto di dover rispondere ai colleghi preoccupati: “non si sa ancora nulla...”. Dedicarsi al sindacato è impegnativo: ricordiamoci che oltre ad essere rappresentanti sindacali siamo anche, ma direi soprattutto, dei lavoratori! Alcuni colleghi, purtroppo, questo aspetto lo dimenticano..., ma io ci tengo a dare il buon esempio per sfatare quel mito che associa al “sindacalista” la parola “lazzarone”.
Rifaresti questa scelta?
Assolutamente sì e mi pento di non averlo fatto prima. I colleghi mi hanno dato e continuano a darmi fiducia. Anzi, approfitto per chiedere a tutti, di segnalarmi eventuali malcontenti, suggerimenti e consigli relativi al servizio che sto svolgendo, giusto per “aggiustare eventualmente il tiro”...
Il Gruppo BIM sta affrontando dei cambiamenti, come li vivono i colleghi?
La maggior parte di loro direi male: ansie e preoccupazioni, sono all’ordine del giorno. La recente cessione di un ramo di azienda da parte di Symphonia SGR non ha fatto altro che acuire queste preoccupazioni. I colleghi hanno bisogno di chiarezza, trasparenza, hanno bisogno di sapere dove “si andrà a parare”. E’ l’incertezza che li spaventa di più. Ma vorrei assicurarli che la FABI ha la forte volontà di essere protagonista in modo costruttivo di questi cambiamenti. Non lasceremo nulla di intentato. Ma attenzione, ho detto lasceremo: è necessaria la partecipazione di tutti!
Per quale motivo consiglieresti ai colleghi di iscriversi alla FABI?
Perché in passato ho visto il sindacato all’opera per risolvere questioni anche molto delicate. E l’ho visto funzionare... Lo consiglio perché sono convinto che, se e quando ci troveremo di fronte alle difficoltà, il sindacato sarà lì a dare supporto a tutti.
Visto che non ne vuoi parlare tu te lo chiediamo noi: perché molti ti chiamano il “camminatore”?
Molto semplice: da sempre nutro passione per il cammino. Sapete cosa mi affascina del cammino? La sua complessità. Se osserviamo un bambino che sta imparando a camminare ci possiamo rendere conto di quanto sia difficile imparare: sincronizzare i movimenti, concentrarsi sull’equilibrio... non è affatto banale. Però, bene o male, i bambini imparano, e gli adulti disimparano! Non è una cavolata. Scendete in strada e guardatevi intorno. Osservate la gente che cammina: applicano tutti la corretta meccanica del cammino? Insomma, in parole povere, camminano bene? Il lettore potrebbe a questo punto dire: “Camminare bene? Ma chi se ne frega!”... però lo stesso lettore magari stasera sarà adagiato sul divano a causa delle tensioni muscolari o dei dolori nella zona delle spalle e della nuca dovuti anche ad un’errata postura nel cammino. Senza parlare poi dei benefici che il cammino ha sulla salute in generale.
Come è cominciata questa tua passione?
Ho iniziato a camminare per necessità: anni fa mi sono fatto male correndo e per non stare completamente fermo ho iniziato a fare delle lunghe passeggiate a passo sostenuto. Ho notato fin da subito che tale attività era molto meno stressante a livello delle articolazioni rispetto alla corsa e con l’aiuto di un cardiofrequenzimetro ho notato che grazie a quest’attività potevo mantenere comunque la mia frequenza cardiaca nel range utile per sostenere un allenamento aerobico! A questo punto mi sono chiesto: “chissà se riesco a fare della camminata veloce uno sport” e da li ho iniziato ad informarmi su internet. Mi si è aperto un mondo: parole come Nordic Walking, Power Walking, Fitwalking, che ignoravo prima di allora, hanno iniziato a fare parte della mia vita. Il cammino per me è diventato uno sport: dapprima con il Nordic Walking per poi passare al Fitwalking.
Cosa è il Nordic Walking?
Il Nordic Walking consiste nel camminare con dei bastoni appositamente sviluppati per questo sport. La tecnica del Nordic Walking si basa su: tecnica corretta del camminare; postura e allineamento del corpo corretti, stabilità centrale (core stability), utilizzo attivo dei muscoli del dorso e dell'addome; tecnica corretta dell'utilizzo dei bastoni specifici. Ciò significa che il Nordic Walking non è un nuovo modo di muoversi, ma consiste nell'inserire l'utilizzo dei bastoni speciali nella camminata corretta, senza modificare il modo naturale, fluido e armonioso di muoversi.
Cosa è invece il Fitwalking?
Nasce da un’idea degli ex campioni olimpionici di marcia Maurizio e Giorgio Damilano. E’ una forma di praticare il cammino che ne evidenzia tutte le potenzialità e va oltre il semplice camminare. Il termine inglese significa letteralmente “camminare fisica”; è il denominatore comune per tutte le attività di cammino che escono dalla normale locomozione quotidiana e diventano attività sportiva, per il tempo libero, per il divertimento, per il fitness, per la salute, per il benessere. “L’arte del fitwalking” sta proprio nella scoperta che non è sufficiente camminare per fare al meglio la passeggiata, il trekking, lo sport, il tour culturale e turistico o l’attività salutistica, ma è necessario camminare bene, ossia camminare osservando una corretta meccanica del movimento.
Vuoi dire qualcosa a chi vorrebbe conoscere di più di questi sport?
Gli amanti del cammino veloce stanno crescendo numericamente in numero esponenziale. E’ facile trovarli alle competizioni non competitive ed è simpatico vedere camminatori con andature tra i 9 e i 10 Km/h che danno filo da torcere ai runners. Di entrambe le discipline sopra descritte sono diventato istruttore e mi piace trasmettere questa mia passione per il cammino. Qualora qualche collega fosse interessato ad avvicinarsi a queste attività può contattarmi personalmente all’indirizzo [email protected]: sarò ben lieto di fornirgli ogni possibile informazione.
Ringraziandoti cos'altro vorresti aggiungere?
Prima di tutto un doveroso grazie a Giuseppe Algeri, Coordinatore della FABI del Gruppo Veneto Banca, e a Cosimo Torraco, della FABI di Torino, che mi hanno sempre sostenuto ed aiutato. Per concludere un importante appello ai colleghi: restiamo uniti, iscrivetevi al sindacato, per il bene di tutti quanti, per essere più forti e più tutelati.
da Parola alla Fabi - Agosto 2012