NATALE CHIESA (Nino)
Caro Nino, è arrivato anche il tuo turno. Raccontaci un po’ di te...
Classe 1973, nato e residente a Bra nella provincia “Granda” di Cuneo. Ho due bellissimi figli che si chiamano Matteo e Marco di 5 e 2 anni. Mi sono diplomato in ragioneria nel 1992 e dopo una parentesi di un anno nell’Arma sono diventato bancario.
Da quanto tempo lavori in banca? E in Veneto Banca?
Lavoro in banca dal 1994 quando vinsi il concorso per l’allora Cassa di Risparmio di Cuneo, ora incorporata in UBI. Ho lavorato in Filiale, prima come cassiere, in seguito addetto titoli per poi occuparmi di crediti rivolti in particolare alle aziende, mansione che tuttora svolgo come Gestore Small Business. Nel 2001 sono passato ad una realtà più piccola, la Banca Alpi Marittime, Istituto locale di 150 dipendenti. In seguito, nel novembre 2008, sono entrato in Banca Popolare di Intra, oggi Veneto Banca, con l’incombenza dell’apertura del nuovo sportello di Bra.
Come è stato il passaggio da una piccola BCC a una Banca più strutturata come la nostra?
Ho vissuto ormai realtà diverse, piccoli Istituti e medio/grandi realtà. In entrambi i casi ho riscontrato pregi e difetti. Sicuramente il passaggio ad un Istituto di maggiori dimensioni e più strutturato non è semplice. Bisogna capire le dinamiche che lo regolamentano. Però devo dire che una volta entrati nell’ottica non è così male, tutto è molto regolamentato, è difficile uscire dai binari. Per contro la catena di comando è più lunga per cui non sempre le risposte possono essere tempestive.
Da quanto tempo ti sei avvicinato al sindacato?
In realtà il sindacato mi ha sempre interessato. Sono stato un iscritto a un’altra Organizzazione fino al 2003, quando un collega della BCC mi ha convinto a passare alla FABI. Non ho avuto un ruolo attivo fino al 2011 quando ho scelto di entrare a far parte del SAB di Cuneo, principalmente per offrire un riferimento di vicinanza ai colleghi della mia Area. Personalmente ritengo molto stimolante partecipare da addetto ai lavori alle dinamiche inerenti il rapporto di lavoro. Spero di poter dare anch’io il mio modesto contributo per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi.
Perché hai scelto la FABI?
Il sindacato, come ogni altra associazione o team, lo fanno le persone. Ho scelto la FABI
perché ho conosciuto sindacalisti seri e preparati che fanno del loro meglio per dare un servizio ai colleghi bancari senza secondi fini. Mi ha contagiato la professionalità che ho riscontrato sia in ambito locale che nazionale. Poi, non ultimo, sono stato catturato dalla seconda e dalla terza lettera dell’acronimo della nostra sigla: A come Autonoma e B come Bancari. In FABI non ci sono colori politici, si cerca di fare del proprio meglio senza condizionamenti trasversali. L’unica categoria a cui ci si rivolge sono i nostri colleghi bancari, coi quali ci relazioniamo e collaboriamo quotidianamente e dei quali conosciamo bene le problematiche. Ritengo che in Veneto Banca la FABI stia facendo un lavoro veramente interessante, sfruttando quanto più possibile gli strumenti di comunicazione. Mi riferisco al sito recentemente rinnovato che è una miniera di informazioni, ma anche a “Parola alla Fabi”, l’interessantissimo notiziario sindacale, al Social Network Facebook dove pure siamo presenti, a Twitter. Inoltre devo complimentarmi con chi si è assunto la responsabilità di coordinare le attività della FABI nel Gruppo Veneto Banca, vale a dire i membri della Segreteria e del cosiddetto “direttivo”. Si tratta di colleghi a cui non piace apparire, ma che lavorano costantemente. Anche per sindacalisti come me, alle prime armi, non manca mai il contatto diretto, la risposta quasi in tempo reale per casi specifici. Insomma una grandissima disponibilità.
Ritieni che il sindacato sia consapevole delle problematiche vissute quotidianamente dai colleghi?
Direi proprio di si. Semplificando: per sua stessa struttura il sindacato è costituito da organismi nazionali che si relazionano con strutture provinciali (i SAB), che a loro volta sono costituiti da sindacalisti che operano localmente sulle varie realtà. Ognuno di loro conosce benissimo le problematiche dell’azienda di cui fa parte, che vengono discusse sui vari tavoli di confronto insieme alle altre Organizzazioni Sindacali. Si tratta di problemi che quasi sempre coincidono in quasi tutte le Banche del sistema.
I colleghi, secondo te, possono contribuire a rendere il lavoro del Sindacato più efficace?
Per aiutare il sindacato, e quindi sé stessi, i colleghi, e parlo di Veneto Banca, hanno l’opportunità di partecipare attivamente. Possono rispondere ai sondaggi, scriverci una mail o, più in generale, relazionarsi coi nostri numerosi referenti sindacali. Vedo talvolta molta riservatezza, motivata dalla paura di esporsi. Lo comprendo ma ritengo che ciò sia controproducente in quanto, così facendo, non si aiuta il sindacato a focalizzare e intervenire per rimediare alle varie problematiche in essere. Quello che talvolta un collega sente come un suo problema in realtà il più delle volte è qualcosa che accomuna molti colleghi. Per il sindacato è fondamentale raccogliere le istanze di più colleghi per poter ragionare su grandi numeri e cercare con le aziende soluzioni soddisfacenti per l’intera categoria. Soprattutto invito i colleghi che ancora non l’hanno fatto ad iscriversi ad una sigla (preferibilmente FABI... ma io lo riconosco: sono di parte) perché solo con una grande rappresentatività il sindacato può trattare “alla pari” con l’azienda . Voglio sperare che il concetto “se mi iscrivo al sindacato sarò malvisto e/o non farò carriera” sia finalmente superato. Le OOSS sono importanti tanto e soprattutto per chi lavora, ma anche per le aziende stesse che si devono relazionare con poche controparti organizzate che fanno proprie le esigenze di una collettività.
Approfittando di questa occasione cosa vorresti ancora dire ai colleghi?
Sono lieto di questa occasione perché mi da la possibilità di esprimere un concetto che ho fatto mio questa primavera in occasione del corso per dirigenti sindacali FABI che si è tenuto a Rimini. Una delle giornate era dedicata al concetto di responsabilità del dipendente bancario: un argomento spinoso e quanto mai attuale, affrontato da un noto avvocato del lavoro che collabora con la FABI. Cari colleghi, cercate sempre di lavorare rispettando le norme di legge ed i regolamenti. Potrebbe sembrare l’uovo di Colombo, ma non sempre è così. Rispettare le norme significa essere tutelati in caso di un eventuale contestazione. Contravvenire alle regole, pur con le migliori intenzioni, potrebbe essere pericoloso e controproducente. So che esistono i budget, anch’io sono un addetto di Filiale, e che questi sono quanto mai pressanti, ma i budget bisogna cercare di raggiungerli solo nel rispetto delle regole. D’altronde è la stessa azienda che lo esprime esplicitamente nel proprio regolamento etico. Prevenire i rischi e le sanzioni è sicuramente preferibile rispetto a dover affrontare contestazioni o provvedimenti disciplinari che inevitabilmente lascierebbero una macchia indelebile sul proprio stato di servizio.
Classe 1973, nato e residente a Bra nella provincia “Granda” di Cuneo. Ho due bellissimi figli che si chiamano Matteo e Marco di 5 e 2 anni. Mi sono diplomato in ragioneria nel 1992 e dopo una parentesi di un anno nell’Arma sono diventato bancario.
Da quanto tempo lavori in banca? E in Veneto Banca?
Lavoro in banca dal 1994 quando vinsi il concorso per l’allora Cassa di Risparmio di Cuneo, ora incorporata in UBI. Ho lavorato in Filiale, prima come cassiere, in seguito addetto titoli per poi occuparmi di crediti rivolti in particolare alle aziende, mansione che tuttora svolgo come Gestore Small Business. Nel 2001 sono passato ad una realtà più piccola, la Banca Alpi Marittime, Istituto locale di 150 dipendenti. In seguito, nel novembre 2008, sono entrato in Banca Popolare di Intra, oggi Veneto Banca, con l’incombenza dell’apertura del nuovo sportello di Bra.
Come è stato il passaggio da una piccola BCC a una Banca più strutturata come la nostra?
Ho vissuto ormai realtà diverse, piccoli Istituti e medio/grandi realtà. In entrambi i casi ho riscontrato pregi e difetti. Sicuramente il passaggio ad un Istituto di maggiori dimensioni e più strutturato non è semplice. Bisogna capire le dinamiche che lo regolamentano. Però devo dire che una volta entrati nell’ottica non è così male, tutto è molto regolamentato, è difficile uscire dai binari. Per contro la catena di comando è più lunga per cui non sempre le risposte possono essere tempestive.
Da quanto tempo ti sei avvicinato al sindacato?
In realtà il sindacato mi ha sempre interessato. Sono stato un iscritto a un’altra Organizzazione fino al 2003, quando un collega della BCC mi ha convinto a passare alla FABI. Non ho avuto un ruolo attivo fino al 2011 quando ho scelto di entrare a far parte del SAB di Cuneo, principalmente per offrire un riferimento di vicinanza ai colleghi della mia Area. Personalmente ritengo molto stimolante partecipare da addetto ai lavori alle dinamiche inerenti il rapporto di lavoro. Spero di poter dare anch’io il mio modesto contributo per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi.
Perché hai scelto la FABI?
Il sindacato, come ogni altra associazione o team, lo fanno le persone. Ho scelto la FABI
perché ho conosciuto sindacalisti seri e preparati che fanno del loro meglio per dare un servizio ai colleghi bancari senza secondi fini. Mi ha contagiato la professionalità che ho riscontrato sia in ambito locale che nazionale. Poi, non ultimo, sono stato catturato dalla seconda e dalla terza lettera dell’acronimo della nostra sigla: A come Autonoma e B come Bancari. In FABI non ci sono colori politici, si cerca di fare del proprio meglio senza condizionamenti trasversali. L’unica categoria a cui ci si rivolge sono i nostri colleghi bancari, coi quali ci relazioniamo e collaboriamo quotidianamente e dei quali conosciamo bene le problematiche. Ritengo che in Veneto Banca la FABI stia facendo un lavoro veramente interessante, sfruttando quanto più possibile gli strumenti di comunicazione. Mi riferisco al sito recentemente rinnovato che è una miniera di informazioni, ma anche a “Parola alla Fabi”, l’interessantissimo notiziario sindacale, al Social Network Facebook dove pure siamo presenti, a Twitter. Inoltre devo complimentarmi con chi si è assunto la responsabilità di coordinare le attività della FABI nel Gruppo Veneto Banca, vale a dire i membri della Segreteria e del cosiddetto “direttivo”. Si tratta di colleghi a cui non piace apparire, ma che lavorano costantemente. Anche per sindacalisti come me, alle prime armi, non manca mai il contatto diretto, la risposta quasi in tempo reale per casi specifici. Insomma una grandissima disponibilità.
Ritieni che il sindacato sia consapevole delle problematiche vissute quotidianamente dai colleghi?
Direi proprio di si. Semplificando: per sua stessa struttura il sindacato è costituito da organismi nazionali che si relazionano con strutture provinciali (i SAB), che a loro volta sono costituiti da sindacalisti che operano localmente sulle varie realtà. Ognuno di loro conosce benissimo le problematiche dell’azienda di cui fa parte, che vengono discusse sui vari tavoli di confronto insieme alle altre Organizzazioni Sindacali. Si tratta di problemi che quasi sempre coincidono in quasi tutte le Banche del sistema.
I colleghi, secondo te, possono contribuire a rendere il lavoro del Sindacato più efficace?
Per aiutare il sindacato, e quindi sé stessi, i colleghi, e parlo di Veneto Banca, hanno l’opportunità di partecipare attivamente. Possono rispondere ai sondaggi, scriverci una mail o, più in generale, relazionarsi coi nostri numerosi referenti sindacali. Vedo talvolta molta riservatezza, motivata dalla paura di esporsi. Lo comprendo ma ritengo che ciò sia controproducente in quanto, così facendo, non si aiuta il sindacato a focalizzare e intervenire per rimediare alle varie problematiche in essere. Quello che talvolta un collega sente come un suo problema in realtà il più delle volte è qualcosa che accomuna molti colleghi. Per il sindacato è fondamentale raccogliere le istanze di più colleghi per poter ragionare su grandi numeri e cercare con le aziende soluzioni soddisfacenti per l’intera categoria. Soprattutto invito i colleghi che ancora non l’hanno fatto ad iscriversi ad una sigla (preferibilmente FABI... ma io lo riconosco: sono di parte) perché solo con una grande rappresentatività il sindacato può trattare “alla pari” con l’azienda . Voglio sperare che il concetto “se mi iscrivo al sindacato sarò malvisto e/o non farò carriera” sia finalmente superato. Le OOSS sono importanti tanto e soprattutto per chi lavora, ma anche per le aziende stesse che si devono relazionare con poche controparti organizzate che fanno proprie le esigenze di una collettività.
Approfittando di questa occasione cosa vorresti ancora dire ai colleghi?
Sono lieto di questa occasione perché mi da la possibilità di esprimere un concetto che ho fatto mio questa primavera in occasione del corso per dirigenti sindacali FABI che si è tenuto a Rimini. Una delle giornate era dedicata al concetto di responsabilità del dipendente bancario: un argomento spinoso e quanto mai attuale, affrontato da un noto avvocato del lavoro che collabora con la FABI. Cari colleghi, cercate sempre di lavorare rispettando le norme di legge ed i regolamenti. Potrebbe sembrare l’uovo di Colombo, ma non sempre è così. Rispettare le norme significa essere tutelati in caso di un eventuale contestazione. Contravvenire alle regole, pur con le migliori intenzioni, potrebbe essere pericoloso e controproducente. So che esistono i budget, anch’io sono un addetto di Filiale, e che questi sono quanto mai pressanti, ma i budget bisogna cercare di raggiungerli solo nel rispetto delle regole. D’altronde è la stessa azienda che lo esprime esplicitamente nel proprio regolamento etico. Prevenire i rischi e le sanzioni è sicuramente preferibile rispetto a dover affrontare contestazioni o provvedimenti disciplinari che inevitabilmente lascierebbero una macchia indelebile sul proprio stato di servizio.